Nuovi sviluppi nell’indagine “Porta a Porta” condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Reggi Emilia che, nel febbraio di quest’anno, aveva portato ad assicurare alla giustizia 31 truffatori responsabili in tutto il territorio nazionale di oltre un centinaio di truffe commesse ai danni di anziani. All’alba di questa mattina i militari reggiani, con la collaborazione dei comandi arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a Napoli e Gragnano (NA) ad una misura cautelare che ha visto l’arresto del 34enne napoletano R.C. e l’obbligo di dimora e presentazione alla P.G. di un 64enne di Gargano, entrambi indagati nell’ambito dell’inchiesta “Porta a Porta”.

Un’indagine quella condotta dai militari del nucleo investigativo del comando Provinciale di Reggio Emilia – coordinati dalla Dr.ssa Pantani – che portò a individuare e sgominare una vera e propria “società del crimine” grazie alla meticolosa attività dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia che, anziché limitarsi a focalizzare le attenzioni investigative sui singoli episodi denunciati dalle numerose vittime, hanno deciso di ampliare la sfera d’indagine “seguendo” tutti gli spostamenti dei truffatori che, con base operativa nell’hinterland partenopeo, si muovevano continuamente in lungo e largo per tutta la penisola.

Le Pagine Bianche erano la loro “Bibbia”: consultando il sito internet avevano cura di trovare nomi “propri” di persona che si usavano generalmente nel ‘900 per avere la certezza di contattare individui della terza età a cui i “telefonisti”, spacciandosi per “Carabinieri”, “Avvocati” o “Agenti di società assicurative”, rappresentavano un falso e  grave sinistro stradale in cui era rimasto coinvolto un prossimo congiunto della vittima (solitamente, un figlio o un nipote), richiedendo somme di denaro o preziosi per la sua “liberazione” da consegnare ad un “esattore” in zona. Per essere credibili invitavano anche l’anziano vittima di turno a chiamare il “112” e poi, tenendo la linea telefonica aperta, alla chiamata rispondeva un complice che la vittima credeva essere Carabiniere. Il secondo interlocutore (spacciandosi per operatore del 112) confermava all’anziano quanto già anticipato nella prima telefonata, avendo però cura di carpire alla vittima più dati sensibili possibili. E’ a questo punto che interveniva il falso avvocato per chiedere il pagamento di una “cauzione”, generalmente di alcune migliaia di euro o preziosi, affinché il parente non patisse conseguenze legali con pene detentive. In questo caso, la telefonata si protraeva proprio al fine di accrescere l’angoscia e la confusione della povera vittima, minacciandola ed inducendola al pagamento a favore di altro malvivente, l’”esattore” che, indicato dall’avvocato come suo assistente, si presentava all’abitazione dell’anziano per incassare il maltolto. Nel caso la vittima non possedesse i contanti in casa, i truffatori si rendevano addirittura disponibili ad accompagnarla in banca per prelevare le somme che arrivavano anche a superare i 4.000 euro; in un caso – avvenuto in Liguria – i malviventi riuscivano a farsi consegnare “gioielli” per un controvalore di centomila euro.

Attività quella condotta dai carabinieri reggiani che vede gli odierni provvedimenti seguire quelli eseguiti a febbraio di quest’anno nei confronti di 3 persone (1 ai domiciliari e 2 obblighi di dimora). Nel corso delle 31 perquisizioni eseguite sempre a febbraio dai carabinieri nei confronti degli indagati i militari sequestrarono ingente materiale comprovante le responsabilità dei prevenuti in ordine ai reati contestati, tra cui una ventina di telefoni, una cinquantina di schede telefoniche, contratti con gestori di telefonia, svariati tablet e tessere bancomat.  Le persone arrestate, sottoposte a misure cautelari e indagate nel procedimento, sono accusate – a vario titolo – di associazione per delinquere finalizzata ai reati di associazione a delinquere, estorsione, rapina, furto in abitazione, sostituzione di persona, violenza privata e circonvenzione di persone incapaci, con l’aggravante della continuazione, commesse nell’intero territorio nazionale almeno a partire dal gennaio del 2016. Quella svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, sotto il diretto coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, è stata un’operazione dalle dimensioni impressionanti, che in oltre un anno di attività ha permesso di accertare la commissione di un centinaio di truffe ai danni di anziani con un illecito profitto per l’organizzazione criminale di circa mezzo milione di euro.

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