“Il percorso per la delocalizzazione dello stabilimento delle Fonderie cooperative sta procedendo secondo i tempi previsti e nel rispetto degli impegni assunti attraverso il Protocollo d’intesa sottoscritto con il Comune”. Lo ha detto l’assessora all’Ambiente del Comune di Modena Alessandra Filippi, rispondendo oggi, giovedì 17 maggio, in Consiglio comunale all’interrogazione proposta dal consigliere Pd Carmelo De Lillo, che chiedeva, appunto, aggiornamenti sullo stato di avanzamento del percorso di delocalizzazione e chiarimenti sull’efficacia della sperimentazione per l’abbattimento degli odori, “di nuovo presenti dopo una prima fase che aveva prodotto ottimi risultati”.

Nella risposta, l’assessora Filippi ha ricordato che, come previsto dal Protocollo, Fonderie cooperative ha presentato all’Amministrazione lo studio di fattibilità tecnico-economico con le caratteristiche principali del nuovo stabilimento produttivo e, di seguito, il Comune ha individuato l’area produttiva di Navicello come quella più idonea per la nuova collocazione. “Entro i primi di luglio – ha annunciato l’assessora – la proprietà presenterà il progetto per il nuovo stabilimento e uno studio di prefattibilità ambientale sui quali saranno avviate le procedure per l’accordo di programma e per la Valutazione di impatto ambientale. Allo stesso tempo si lavorerà per la valorizzazione dell’area dismessa alla Madonnina, dopo la chiusura dell’impianto entro gennaio 2022”.

Per quanto riguarda la sperimentazione per l’abbattimento degli odori, l’assessora ha ricordato che “le prime analisi di Arpae ne hanno documentato l’efficacia sia per l’abbattimento, pari circa al 35 per cento, dei Composti organici volatili aromatici e alifatici, sia per la mitigazione di oltre il 50 per cento delle emissioni odorigene. Gli effetti della sperimentazione non sono stati percepiti pienamente dai residenti – ha spiegato – per due ordini di motivi: la sperimentazione è stata avviata su un solo punto di emissione, l’E27, il meno impattante dal punto di vista degli odori ma che non richiedeva interventi strutturali che si possono effettuare solo a impianto fermo. Entro l’inizio del prossimo anno però dovrebbe essere estesa anche al camino E26, maggior responsabile delle emissioni. Il secondo motivo è che la maggior percezione degli odori può essere anche correlata a condizioni meteorologiche particolarmente ventose che si sono verificate di frequente negli ultimi mesi. L’azienda realizzerà nel corso dell’estate nuove tamponature murarie e chiusure di varchi, per le quali ha già ottenuto il permesso di costruire, che dovrebbero contribuire a ridurre la diffusione degli odori verso l’esterno”.

L’impianto sperimentale innovativo (testato per la prima volta in una fonderia) per l’abbattimento delle emissioni e la mitigazione degli odori prevede l’iniezione di carboni attivi nelle condotte di aspirazione a monte dei filtri già presenti. La sperimentazione è iniziata il 15 gennaio, in un primo tempo dosando 8 chili all’ora di carboni, poi, dal 12 gennaio a oggi, dosando 19kg/h. Il 21 maggio, con l’obiettivo di individuare il tipo di carbone più efficace, partirà la seconda fase di sperimentazione con un prodotto diverso iniziando sempre con 8kg/h per passare poi a 19kg/h. “Ed entro la metà di giugno – ha comunicato l’assessora – è in programma un nuovo incontro del Tavolo tecnico composto da Comune di Modena, rappresentato dagli assessori all’Ambiente e all’Urbanistica e dai tecnici dei due settori, Arpae, Arpae Sac, Azienda Usl e la stessa Fonderie cooperative”.

Dallo scorso luglio inoltre, Arpae ha effettuato due campagne di monitoraggio della qualità dell’aria nell’area circostante la fonderia (con una stazione mobile collocata in via Saltini), la prima nel periodo da 5 luglio al 20 agosto, la seconda dal 3 al 30 novembre (durante la quale è stato fatto anche un monitoraggio specifico, dal 14 al 28 novembre, per il rilevamento di Aldeidi, Btex e Fenoli con campionatori passivi “radiello” collocati nelle vie Emilio Po, Beneventi, Saltini, Uccelliera), utilizzando come stazioni di confronto quelle per il rilevamento delle polveri sottili di via Giardini e del parco Ferrari. Il monitoraggio ha riguardato i metalli presenti nel particolato Pm10 (nichel, arsenico, cadmio e piombo), Btex (benzene, toluene, etilbenzene, xileni), aldeidi e fenoli che sono risultati tutti ampiamente sotto i limiti di legge o i valori guida internazionali registrando valori analoghi a quelli delle stazioni di confronto. Le Aldeidi (tra cui la formaldeide) sono risultate sempre inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale. Le concentrazioni di polveri Pm10 sono risultate in linea con quelle misurate nelle stazioni fisse di via Giardini e del parco Ferrari.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Marco Malferrari, Art.1-Mdp-Per me Modena, ha chiesto se è possibile avere una verifica continuativa delle emissioni e degli odori, “visto che i cittadini segnalano un problema persistente mentre i monitoraggi sono puntuali”. Per Marco Chincarini c’è bisogno di “maggiore chiarezza nel riportare le informazioni ai cittadini”. Sul benzene ha affermato “che indubbiamente esiste: l’importante è che rimanga nei livelli limite e altrettanto importante è non fare allarmismi”.

Servirebbe un monitoraggio costante delle emissioni anche per Elisabetta Scardozzi, M5s, che ha chiesto una risposta tempestiva sul benzene, “che in via Giardini e al parco Ferrari è dovuto al traffico ma qui non si sa a cosa sia dovuto”.

Luigia Santoro ha sostenuto che “il fatto che intorno alle fonderie il livello del benzene sia pari a quello delle centraline di via Giardini e del parco Ferrari non significa nulla: bisognerebbe che intorno alle fonderie non ci fosse”.

“Se la soglia della denuncia per procurato allarme fosse più bassa, sui giornali ci sarebbero molti meno richiami strumentali al benzene” ha affermato in replica il consigliere De Lillo, ricordando che “il dato importante è che gli inquinanti sono sotto i limiti, che il monitoraggio comunque prosegue e che questa amministrazione si è presa l’impegno di risolvere un problema che esiste da anni. Sarebbe comunque utile presentare i dati raccolti in modo più organizzato e accessibile, magari anche sul sito del Comune”.

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