C’è anche la Patata di Montese fra le 44 produzioni a denominazione d’origine che coinvolgono i piccoli comuni della regione Emilia Romagna. Lo sottolinea Coldiretti Modena in occasione della presentazione dell’esclusivo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità” organizzato dalla Coldiretti a Roma per l’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo per raccontare il ricco patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosso grazie alla nuova legge n.158/17 che contiene misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni.

Secondo lo studio di Coldiretti, in Emilia Romagna i piccoli comuni sono la culla del 97% di tutti i prodotti Dop e Igp della regione con una rete di 140 realtà comunali con meno di cinquemila abitanti su un totale di 333 comuni, con Modena che conta 18 piccoli comuni sui 47 della provincia.

La patata è stata per lunghi anni alla base dell’alimentazione contadina – spiega Coldiretti Modena – come attestato da antiche ricette modenesi che raccontano di come il prodotto fosse utilizzato anche presso le famiglie più abbienti. La coltivazione della patata di Montese è andata assumendo sempre maggior importanza negli anni recenti come attività redditizia nel contesto dell’economia appenninica tanto da essere annoverata tra i prodotti che si fregiano del marchio “Tradizione e sapori di Modena”, il marchio collettivo della Camera di Commercio di Modena destinato ai prodotti che, pur essendo caratterizzati da grande tipicità, al momento non beneficiano di protezioni quali DOP o IGP, e che vengono realizzati secondo specifici disciplinari di produzione, con un sistema di controlli mirato al rigoroso rispetto degli stessi.

La produzione della Patata di Montese coinvolge attualmente 59 aziende del comune di Montese e di altri limitrofi localizzati ad un’altitudine di almeno 600 msl.

Quella dei comuni sotto i cinquemila abitanti – sottolinea Coldiretti Modena – è una rete diffusa sul territorio, con una presenza che unisce il senso di comunità all’appartenenza geografica e la custodia di valori e tradizioni come quella del cibo e dei prodotti tipici. Nei piccoli comuni della nostra provincia – ricorda l’organizzazione dei coltivatori – vivono 48.200 persone sul totale di 700mila abitanti.

“L’approvazione della legge 158/17 sui piccoli comuni – ha detto il presidente di Coldiretti Modena, Francesco Vincenzi – è stato un obiettivo fortemente sostenuto negli anni da Coldiretti per tutelare e valorizzare un patrimonio enogastronomico, naturale e paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente, ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti nel nostro territorio.

I Comuni che hanno meno di cinquemila abitanti  – conclude Coldiretti Modena – sono una grande vetrina di promozione turistica, culturale e sociale, con un concentrato unico di specialità enogastronomiche e di bellezze naturali e architettoniche. I piccoli centri sono infatti il cuore della salvaguardia dell’ambiente e della valorizzazione del territorio e producono la stragrande maggioranza dei prodotti a denominazione d’origine che hanno reso famos il nostro paese nel mondo.

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