I bambini e le bambine delle scuole primarie dell’Unione delle Terre d’Argine promuovono la refezione scolastica. E con buoni voti: in media sette e mezzo per il servizio mensa, con giudizi sui diversi aspetti più che discreti. La ricerca è stata realizzata tra febbraio ed aprile dalla ditta Numbers, commissionata dal fornitore del servizio, Cir Food, in collaborazione e per conto dell’Unione Terre d’argine.

L’indagine si è svolta attraverso 539 interviste ai bambini delle classi seconde, terze e quarte di tutte le scuole primarie a tempo pieno di Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera. L’intervista era volta a cogliere la soddisfazione dei bambini/e rispetto a tre aree: cibo, ambiente e servizio. Tutte le aree indagate hanno ottenuto un punteggio superiore al 7 (cibo 7.28, ambiente 7.10 e servizio 7.78), che è considerato molto alto nelle indagini di soddisfazione percepita. Oltre alla valutazione numerica, i bambini sono stati invitati ad esprimere un proprio commento per giustificare il voto. Dalla lettura incrociata tra valutazione e spiegazione emerge un quadro molto chiaro: vi sono alcuni aspetti critici obiettivi che possono riguardare, a seconda dei casi, la temperatura del cibo, la confusione dello stare in mensa, una distribuzione delle porzioni non sempre equa tra le classi. Aspetti che chiamano in causa la maggior parte dei soggetti che si occupano del servizio: l’istituzione scolastica per l’organizzazione dei turni, la ditta che produce il pasto per la corretta distribuzione, l’ente proprietario degli immobili per le caratteristiche dei locali in cui si consuma il pasto.

Ci sono tuttavia altri elementi di criticità che hanno a che fare con la soggettività del tipo di servizio e con i gusti dei bambini: il fatto che venga valutata in modo critico la presenza costante e ripetuta nel menù di verdure, legumi o pesce a scapito di lasagne, purè, patatine fritte, pasta in bianco o hamburger, è un dato rassicurante da un punto di vista educativo.

Anche quando viene valutato il servizio di distribuzione (gentilezza del personale e velocità della distribuzione), il più alto tra tutti, è interessante notare che la percezione di una relativa o poca cortesia è per lo più legata al fatto che il personale addetto alla distribuzione inviti a mangiare composti, in silenzio e a consumare ciò che viene servito; aspetti, quindi, coerenti da un punto di vista pedagogico.

Ricordiamo che recentemente è stata effettuata una revisione dei menù in linea con le più recenti indicazioni della letteratura internazionale sulla riduzione del consumo di carni conservate, la limitazione di quello di carni fresche a favore di un maggiore impiego di legumi, cereali integrali, verdura e frutta, anche a seguito di uno specifico ordine del giorno, in linea con tali indicazioni, approvato dal Consiglio dell’Unione.

“Questi dati, letti assieme ai commenti lasciati dai bambini e dalle bambine che ogni giorno mangiano alla mensa, sono piuttosto sorprendenti se si pensa che si sta parlando di un servizio che ha caratteristiche molto soggettive e interpretabili – spiega la Presidente dell’Unione Paola Guerzoni – Infatti c’è una limitata possibilità di scelta da parte dei bambini rispetto alla tipologia del cibo da consumare (i menu sono stabiliti dalle norme), ci sono vincoli legati alle quantità delle porzioni consumabili (le grammature sono definite dall’Azienda Usl), limitazioni nella presenza di ‘insaporitori’ come ad esempio sale o aromi, e l’introduzione sempre maggiore di verdure, legumi, farine integrali, cereali, pesce che non incontrano sempre i gusti dei bambini dai 6 agli 11 anni di età. Da un punto di vista educativo è poi molto rassicurante raccogliere il disappunto espresso dai bambini quando riguarda elementi che incidono direttamente sulla tutela della loro salute, come appunto l’attenzione ad una dieta equilibrata e variegata”.

L’indagine mette poi in evidenza anche aspetti su cui si può migliorare, come gli ambienti in cui viene consumato il cibo o l’organizzazione dei turni e delle distribuzioni, aspetti su cui c’è l’impegno e la volontà di intervenire, anche nelle singole e specifiche situazioni delle diverse scuole.

“Il risultato dell’indagine è dato dalla sinergia dei diversi soggetti impegnati in tutto il processo di ristorazione, a partire dall’Unione che sceglie le caratteristiche del servizio e dalla ditta che produce e fornisce il pasto. Riteniamo tuttavia che tutto questo non sarebbe stato possibile – spiega ancora Guerzoni – senza l’impegno costante del personale insegnante, ausiliario e addetto alla distribuzione e che quotidianamente interpreta lo stare in mensa come un momento educativo e didattico. Assume altrettanto valore il ruolo della famiglia che accoglie, condivide e sostiene le scelte fatte in questo ambito. Riteniamo quindi di dovere mantenere alta l’attenzione e la collaborazione tra i diversi soggetti al fine di considerare il pasto consumato a scuola come una grande occasione di educazione collettiva”. Per questi motivi si cercherà di mantenere sempre attivo l’impegno delle Commissioni mensa, delle quali fanno parte anche i genitori e gli insegnanti, e il sostegno e la promozione dei diversi progetti per l’educazione alimentare e la riduzione dello spreco nelle scuole.

Sul sito www.terredargine.it è possibile leggere il testo completo dell’indagine sulla refezione scolastica nelle primarie dell’Unione.

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