Copenhagen – Prima di affrontare la  terza giornata di gare, al mattino si è discusso sulle 2 medaglie d’oro, 2 di bronzo e una bronzo del medagliere. Un medagliere a cui mancava la medaglia sicura della staffetta 4×50 mista mixed,  Una prestazione che, causa un problema tecnico allo start,  ha penalizzato gli azzurri (e solo loro)  vanificandone sin dal via gli sforzi.

Dopo una mattina senza modenesi in batteria , ma con gli azzurri che hanno riempito la disponibilità di accesso alle semi  e alle finali, ci si è avvicinati all’attesa finale dei 1500 stile libero.

E come in ogni finale a cui si presenta, Gregorio Paltrinieri non ha fatto nè lo spettatore nè il tattico. L’atteggiamento che il carpigiano propone è sempre immutabile, ovvero è fondamentale mettere sotto pressione l’avversario. Tutto ha funzionato nel primo quarto di gara in cui Greg ha sfoltito la compagnia, poi l’ucraino Romanchuk ha allungato e ha realizzato il break definitivo a metà gara.

L’evidente  difetto di preparazione ha lanciato l’avversario in gara solitaria che con bella progressione si è aggiudicato con una prestazione (14’14”59) di altissimo profilo il titolo europeo 2017 nei 1500 stile libero e anche se la prestazione realizzata in 14’22”93 che gli è valso l’argento,  è di buonissima qualità, ma c’è poco da girarci attorno:  la vasca corta non fa per Greg.

“In questo momento valgo questo e senza partire forte, dopo 500 metri ero morto. Sto effettuando un percorso che comprende l’Australia e non rimpiango nulla. Tornerò più forte e più ricco di esperienza. Non mi piace perdere una gara, ma anche questo fa parte del percorso, ci credo e bisogna sperimentare. Sono sicuro, dopo  questa stagione uscirà qualcosa di strepitoso”

Una  sessione che dopo i podi con relativo record italiano di Ilaria Bianchi nei 200 farfalla e Margherita Panziera nei 200 dorso e il bronzo di Luca Dotto nei 50 stile, ha ritrovato anche un Simone Sabbioni feroce. Il riccionese  ha vendicato il problema al “device”, il coso, l’attrezzo, quell’affare  che serve per la partenza a dorso che ha penalizzato la nostra staffetta e nella finale dei 100 dorso individuali ha centrato l’argento e il nuovo record italiano con 49.68. Un peccato ancora più grande ripensando all’occasione persa.

(immagine d’archivio)

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