In attuazione di importanti passi operativi indicati nel buon Testo Unico regionale per la legalità, è stato siglato ad inizio ottobre un dettagliato Protocollo regionale fra le Confederazioni sindacali Cgil,Cisl e Uil e le rappresentanze dei Comuni-Anci e Province-Upi dell’Emilia Romagna.
Quasi in contemporanea, dalle 480 pagine del rapporto Osservatorio Regionale sugli Appalti Pubblici, relativi all’intero 2016, si riscontrano dati, limiti e criticità, che ampiamente confermano la necessità di mantenere ed accentuare l’attenzione partecipata nei territori.
Ma l’accordo regionale Sindacati-Enti Locali, con una dozzina di proposte sul rafforzamento territoriale della trasparenza e legalità, riprende proprio alcuni punti esplicitamente riferiti al sistema appalti pubblici per lavori, servizi e forniture.
Accordo che propone, anche proprio nel merito degli appalti pubblici, nuove e/o più trasparenti modalità nei bandi, nelle assegnazioni, nell’esecuzione e controlli dei lavori o servizi o forniture, nei nostri territori.
In particolare, Sindacati-Anci-Upi convengono di spingere per:

1) “Adottare per l’aggiudicazione degli appalti il criterio selettivo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, anziché il massimo ribasso”.
Inoltre “prevedere l’obbligatorietà della clausola sociale” specie per i cambi di appalto; il rispetto e l’”applicazione dei contratti nazionali e territoriali, anche nel caso di subappalto”.
Ma l’Osservatorio regionale certifica invece una propensione che ancora tende all’opposto!  “Il criterio di valutazione delle offerte è stato nel 72,3% dei casi quello del prezzo più basso…il 13,6% degli affidamenti con l’offerta più vantaggiosa…nel 14,1% degli affidamenti, le amministrazioni NON indicano il criterio utilizzato”!
Ancora, precisa l’Osservatorio, “il massimo ribasso medio più elevato viene praticato dagli enti della provincia di Ferrara – in media del 21,4% – mentre quelli più contenuti avvengono con gli appalti in provincia di Modena, con ribassi medi al 12,8%.
Con però punte incredibili e preoccupanti. Lavori di manutenzione all’Università di Bologna con ribasso del 59,7%, una bonifica a Reggio con ribasso del 46,1%, una palestra a Rimini con sconto del 55%, lavori all’orto botanico di Modena ribassati del 62%, una manutenzione universitaria a Ferrara con ribasso del 65,2%, il comune di Parma che sconta lavori per 50,4%, ed infine la Ravenna holding pubblica che strappa un ribasso del 79,1% !

2) “promuovere la costituzione di Centrali Uniche di committenza degli appalti, superando frammentarietà eccessive…” ad evidente discapito della qualità dei reali controlli sui lavori, regolarità della mano d’opera, sicurezza nei cantieri, ecc…
Il report dell’Osservatorio regionale conferma, purtroppo, il permanere di una eccessiva frammentazione delle “stazioni appaltanti”. Cioè, in regione, sono un migliaio gli enti pubblici che, a vario titolo, possono bandire gare per lavori.
Occorre spingere per unificare – almeno a livello delle Unioni Comunali – le tante/troppe sedi appaltanti.
In provincia di Modena, per fare un esempio, sono ben 145 gli Enti/Aziende/Sedi pubbliche che possono singolarmente bandire appalti. In effetti i dati 2016 dicono che nella provincia modenese, su 282 lavori assegnati, solo 54 sono banditi dalle Unioni dei comuni; su 241 forniture aggiudicate, solo 12 sono organizzate dalle Unioni; su 272 delibere di servizi assegnati, solo 58 vengono dai comuni raggruppati.

3) “Rafforzare nei bandi di gara i requisiti qualitativi delle imprese concorrenti, valorizzando il Rating di legalità, incentivando le ditte iscritte negli Elenchi di Merito”.
Criteri di qualità e regolarità che non costano alle imprese e che però valorizzano le ditte in piena regola e pure quelle del territorio.
Il report dell’Osservatorio regionale non riporta però alcun dato significativo in merito.

Inoltre, sono preoccupanti le dettagliate tabelle che certificano che “Le imprese extraregionali continuano a crescere sul mercato dei lavori pubblici regionali…per un 41,2% del valore dei contratti…praticando ribassi che mediamente sono del 5% più elevati di quelli proposti dalle imprese regionali…”.
Infine, come avviene la procedura per selezionare l’impresa? Dei 1.726 lavori effettivamente affidati nell’anno considerato, sono “752 con procedura negoziata senza bando, 337 col cottimo fiduciario, 173 con procedura aperta…”.

Emerge un quadro evidentemente meritevole di attenzioni, correzioni e serrati controlli amministrativi e, sopratutto, sociali. A partire dai territori.
Per questo, e non a caso, il primo punto del recente accordo sindacale con le associazioni di comuni e province, prevede la necessità di promuovere tavoli di confronto locale, con la costituzione di “Osservatori Locali” per meglio leggere, interpretare e migliorare i dati di cui sopra ed i tanti altri di cui disponiamo nei territori; per attivare regole e modalità nei contratti pubblici, capaci di elevare gli ostacoli alla possibile corruzione, al lavoro insicuro e non regolare, anticamera del possibile radicamento della economia illegale.

(Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna)

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