La spesa per l’affitto della casa è, secondo una recente indagine del Servizio statistica della Regione Emilia-Romagna, tra le voci che incidono di più sul bilancio domestico: 40% del consumo medio di una famiglia. E gli sfratti sono una delle maggiori cause del dramma sociale chiamato emergenza abitativa. Per chi ha perso il lavoro, ha dovuto chiudere la propria attività, si è trovato a sostenere forti spese impreviste o una grave malattia, alto è il rischio di non riuscire a pagare l’affitto e di diventare quindi un inquilino involontariamente moroso.  

Un aiuto concreto a queste persone arriva dalla Regione, che con una specifica delibera di Giunta ha stanziato 1,2 milioni di euro per fronteggiare il problema degli sfratti per “morosità incolpevole”. Fondi che si sommano ai 14 erogati dal 2014 a oggi, e che oltrepassano quindi complessivamente i 15 milioni di euro.

Le risorse provengono dall’apposito fondo nazionale, che consente di assegnare i contributi a 13 Comuni e Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna, individuati in base al numero di sfratti in rapporto a quello degli abitanti (i cosiddetti Comuni ad “Alta tensione abitativa”) o in base al numero di situazioni di disagio abitativo causato dagli affitti elevati, sovraffollamento degli appartamenti o fatiscenza delle case(Comuni ad “Alto disagio abitativo”). Saranno poi i Servizi sociali dei Comuni a provvedere all’assegnazione dei contributi, sulla base dell’istruttoria che accerta lo stato di indigenza e i requisiti di accesso.

“Con le risorse appena assegnate possiamo garantire anche per quest’anno una boccata d’ossigeno a chi è a un passo dallo sfratto- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Sostenere le famiglie che non riescono a pagare l’affitto perché in condizioni di estrema difficoltà per la Regione significa ribadire il valore primario del diritto all’abitazione come fattore fondamentale di inclusione, coesione sociale e qualità della vita”.

Le risorse assegnate con il provvedimento vengono così ripartite: Bologna 275.464 euro, Ferrara 73.826, Forlì 60.657, Modena 215.833, Parma 109.276, Ravenna 76.586, Reggio Emilia 98.001, Rimini 88.454, Carpi 34.585, Unione Valle del Savio 48.883, Faenza 30.092, Imola 36.241, Piacenza 57.444.

Le condizioni per ottenere il contributo 

L’importo massimo del contributo è di 12 mila euro per nucleo familiare, anche composto da una sola persona. Possono usufruire del ‘Fondo salvasfratti’ le famiglie con cittadinanza italiana o di area Ue, se extraeuropee in possesso di regolare permesso di soggiorno, che abbiano un reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 26 mila euro. Devono aver ricevuto un avviso di sfratto per morosità, essere titolari di un contratto di locazione regolarmente registrato e residenti nell’alloggio oggetto della procedura da almeno un anno, e non possedere altre abitazioni in ambito provinciale. Tra i criteri preferenziali, la presenza di un ultrasettantenne o di un figlio minore, oppure di una persona con invalidità accertata per almeno il 74%, o ancora di un familiare in carico ai servizi sociali o alle Ausl.

Gli sfratti esecutivi per morosità

In Emilia-Romagna i dati sugli sfratti esecutivi per morosità evidenziano un calo rispetto al passato: prima della crisi economica, nel 2005 erano 3.504, passati a 4.471 nel 2007. La punta massima si è toccata nel 2012, con 7.406, mentre nel 2015 il numero è sceso a 5.916, per poi abbassarsi a 5.894 nel 2016.

Ora in onda:
________________