Tutti i Sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Appennino hanno sottoscritto una nota comune sulla decisione del ministero della Salute, resa nota oggi, di concedere la deroga richiesta dalla Regione Emilia-Romagna solo per i Punti nascita degli ospedali di Scandiano e i due del cratere sismico, Mirandola (Mo) e Cento (Fe), decretando di fatto la chiusura delle strutture di Castelnovo Monti, Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr).

“Per il ministero non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per tutelare mamme e neonati – affermano i Sindaci –. Ne prendiamo atto, abbiamo sempre detto di voler porre la sicurezza delle partorienti e dei neonati al primo posto, ma restiamo convinti che sia una scelta sbagliata. Basta dare uno sguardo alla collocazione geografica dei punti nascita chiusi per rendersi conto che in questo modo si indebolisce la fascia appenninica. Alla fine si è scelto di ridurre la decisione ai soli parametri numerici, quando a nostro parere se si fossero volute costruire le condizioni di sicurezza necessarie, sarebbe stato possibile farlo e mantenere aperto almeno un punto nascite nella zona montana. Già oggi il punto nascite di Castelnovo era individuato come riferimento da alcune famiglie del versante appenninico toscano, dopo che in tale area erano stati già chiusi alcuni servizi negli anni scorsi. Restiamo convinti che il parametro sicurezza andasse valutato in un ambito più ampio. Non possiamo che ringraziare comunque tutti i soggetti che hanno accompagnato il nostro impegno in questi anni per cercare di salvare il Punto nascite di Castelnovo: i Comitati popolari, le associazioni di volontariato, le forze politiche e sociali del territorio. Alla Regione, che sta sostenendo tra l’altro il nostro percorso di area pilota nella strategia delle Aree Interne, in cui uno dei capitoli d’azione principali riguarda proprio i servizi sanitari, e in particolare all’Assessore Sergio Venturi, che oggi annunciando la scelta del Ministero afferma come siano già disponibili “13 milioni di euro da destinare a Castelnovo Monti, Pavullo e Borgo Val di Taro, con progetti definiti e tempi decisi per la realizzazione degli interventi e delle misure previste”, chiediamo con urgenza di intervenire sul territorio per illustrare questi progetti e interventi di cui non conosciamo tutt’ora i dettagli, ma anche in generale per spiegare cosa sarà fatto per l’accompagnamento al percorso della nascita, la situazione e lo sviluppo di tutti i reparti dell’Ospedale Sant’Anna e i servizi sanitari sul territorio. Riteniamo utile anche invitare i rappresentanti degli altri territori appenninici emiliano romagnoli che oggi si trovano nelle nostre stesse condizioni, ad aprire un tavolo di confronto che possa rappresentare una base di collaborazione e sostegno reciproco”.

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