Da un lato ci sono le regole del mercato, che richiedono aziende strutturate e tecnologicamente avanzate, dall’altro la tradizione, che predilige la piccola e media impresa a conduzione familiare. La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi ritorna sul tema ripreso recentemente dal presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e ribadisce la necessità di fare squadra:

“In Italia sono molto diffuse le imprese di piccole e medie dimensioni, realtà che hanno fatto grande l’Italia e il suo agroalimentare, ma che ora devono adeguarsi al cambiamento e accettare le nuove sfide del mercato. Serve un cambio di passo, a partire dalle reti d’impresa, ad oggi ancora troppo poco diffuse, e dalla formazione, perché non è più pensabile fare agricoltura senza le adeguate conoscenze tecnologiche. Aggregare non significa perdere la propria identità, ma piuttosto ridurre i costi, aumentare l’efficienza ed essere più riconoscibili sul mercato. È il caso di Opera, il consorzio che riunisce oltre 1000 pericoltori, che ha superato le difficoltà iniziali e ora sta crescendo. Questa è la direzione giusta, questa è la strada da percorrere per vincere le sfide del mercato. In parallelo – prosegue la presidente –  è necessario che lo Stato non rallenti l’iniziativa imprenditoriale: la burocrazia e i controlli non sempre garantiscono trasparenza e legalità, anzi quando eccedono creano l’effetto opposto, con l’ulteriore danno collaterale di paralizzare il sistema. Le scelte politiche, anche sulle infrastrutture, hanno un ruolo fondamentale per la semplificazione. Per questo auspico un salto di qualità in termini di mentalità non solo da parte degli agricoltori, ma anche da parte della classe politica”.

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