Il punto nascite di Pavullo non sarebbe a rischio se l’Unione dei Comuni del Frignano fosse politicamente più coesa e autorevole. Lo afferma la Cisl della zona di Pavullo, che valuta positivamente la richiesta di deroga alla chiusura del punto nascite dell’ospedale di Pavullo inoltrata dalla Regione Emilia-Romagna al Ministero della Salute. Dopo aver ricordato che analoga posizione è stata presa nei giorni scorsi dalla segreteria generale e dal coordinamento femminile della Cisl Emilia Centrale, la Cisl pavullese esprime il timore che la politica locale abbia perso troppo tempo e rischi oggi di arrivare tardi nella difesa di un servizio essenziale come il punto nascite.

«Il mantenimento o, al contrario, lo smantellamento del punto nascite mette in gioco l’identità e vivibilità del nostro territorio, dove pesano molto anche le distanze e il meteo – dichiara Vincenzo Tagliaferri, responsabile di zona della Cisl – Se l’Unione del Frignano fosse più solida e compatta, forse avremmo finalmente quel “patto per lo sviluppo territoriale” che la Cisl sollecita da anni. Uno strumento di questo tipo potrebbe evitare il cronico spopolamento della montagna, dare prospettive alle imprese, ai giovani, alle famiglie e alle mamme che, a loro volta, potrebbero garantire i numeri necessari per mantenere aperto il punto nascite».

Il sindacalista Cisl lamenta l’assenza di uno studio di fattibilità sulle fusioni tra i Comuni, una mancanza dovuta a suo parere a un mix di scarsa convinzione e resistenza da parte di chi teme di perdere il “proprio orticello”. «Oggi in montagna abbiamo Comuni in difficoltà per carenza di risorse umane ed economiche, che non attuano politiche per il territorio e compiono i salti mortali per mantenere i servizi senza incrementare le rette e tariffe a carico di cittadini e imprese.

Purtroppo, – continua Tagliaferri – come abbiamo spesso evidenziato, l’Unione esiste più sulla carta che nella sostanza. Gli amministratori faticano a fare sintesi su obiettivi e priorità, i tecnici hanno un ruolo determinante nelle scelte, i Comuni si appellano all’unità solo di fronte alle emergenze. Non si capisce in quale direzione stiamo andando e con quali contenuti vogliamo riempire un’Unione montana che oggi fa sempre più fatica a stare in piedi. È necessario, per esempio, rilanciare la gestione associata dei servizi per renderli più efficienti, efficaci e sostenibili nel tempo.

Solo un’Unione dei Comuni davvero forte e autorevole può esercitare pressioni sui livelli decisionali superiori (Ausl, Provincia, Regione ecc.) e – conclude il responsabile della Cisl del Frignano – pretendere servizi essenziali per il territorio, come il potenziamento dell’ospedale e il mantenimento del punto nascite di Pavullo».

 

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