È installato in via Verdi ed è già operativo il primo “Citytree” modenese. Si tratta di un pannello di arredo urbano con installazioni di muschio e di piante che “mangiano” lo smog, filtrandolo e abbattendolo, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria in ambito cittadino. 

Il “citytree” fa parte di un gruppo di tre pannelli biotecnologici che saranno collocati in alcune strade a forte percorrenza di Modena, la prossima sarà via Moreali, nell’ambito del progetto europeo “City tree scaler” promosso e finanziato da Climate-Kic.

Il progetto è ideato e realizzato dalla start up tedesca Green city solutions con l’obiettivo di effettuare una sperimentazione sull’efficacia di filtri verdi biotecnologici (i citytrees appunto) nel ridurre l’inquinamento atmosferico in ambiente urbano e diminuire gli effetti dell’isola di calore e Modena è la prima città in Europa a testare i pannelli.

Il funzionamento dei citytrees è stato illustrato nella mattinata di venerdì 19 maggio con una presentazione alla quale sono intervenuti l’assessore all’Ambiente Giulio Guerzoni; Victor Splittgerber, cofondatore di Green city solutions; Claudio Carbone di Proambiente; Stefano De Cesari, Isac-Cnr; Daniela Di Croce, Aess. “Siamo contenti – ha commentato Guerzoni – che Modena sia la prima città a entrare in questo progetto pilota e a sperimentare un’attività proattiva per migliorare la qualità dell’aria. È chiaro che i citytree non risolveranno i problemi strutturali di inquinamento che abbiamo in pianura padana ma progetti come questo contribuiscono anche a sviluppare e a far circolare l’idea che ci sono molte azioni possibili per migliorare la qualità dell’aria”.

La campagna sperimentale, che durerà fino alla fine del 2018, prevede la misurazione degli effetti sulla qualità dell’aria e sulla riduzione dei gas serra prodotti dall’installazione di sei Citytrees in strade a “effetto canyon” (lunghe, strette e intensamente trafficate, come viale Verdi) o caratterizzate da alti flussi di traffico dell’area urbana di Modena. I pannelli sono strutture autoportanti lunghi 3 metri, alti 4 e profondi 60 centimetri che supportano specifiche colture di muschio e piante vascolari che “divorano” polveri sottili (Pm10), biossido di azoto e ozono producendo, secondo i risultati dei test di laboratorio effettuati finora, lo stesso effetto di 275 alberi ma utilizzando meno dell’1 per cento di spazio. Secondo gli sviluppatori questo enorme filtro vegetale è in grado di rimuovere dall’aria circostante 240 tonnellate di CO2.

Le misurazioni saranno effettuate dai ricercatori di Isac-Cnr dell’Area della ricerca Cnr Bologna e Lecce con il coordinamento di Proambiente, consorzio di ricerca di Bologna applicata e sviluppo tecnologico formato da Cnr, università di Ferrara e aziende private che è partner del progetto.

Climate-Kic, la più grande comunità pubblico-privata a livello europeo nata nel 2010 per diffondere la conoscenza, promuovere l’innovazione nella sfida ai cambiamenti climatici e favorire la creazione di una società “zerocarbon”. Il Comune di Modena si è proposto come partner per la sperimentazione attraverso l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (Aess) di cui è socio fondatore e che è a sua volta affiliata a Climate-Kic.

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