“Non se ne può più. I lavoratori delle cooperative in appalto stanno solo chiedendo di lavorare nel rispetto delle norme legislative e contrattuali. Le cooperative invece continuano a inviare lettere di contestazione disciplinare, sino a contestare il reato di opinione a un lavoratore dopo un intervento in un convegno pubblico alla presenza delle istituzioni locali e regionali” – affermano con una nota Cgil Modena e Cgil Emilia Romagna.

“Chiediamo alle imprese del territorio, concorrenti, committenti e clienti della Castelfrigo, anche quelle imprese “certificate eticamente”, compresa la Grande Distribuzione Organizzata, cosa aspettano a  isolare un soggetto che attraverso gli appalti ha pagato i lavoratori con la “trasferta italia” (di fatto evasione fiscale e contributiva), non rispetta gli orari di lavoro, permette che in stabilimento circolino vigilantes armati, permette che un “gestore” della cooperativa minacci i lavoratori con “o fai quello che ti dico o ti sparo”, permette che in azienda circoli un pregiudicato dopo che lo stesso Prefetto ha chiesto di allontanarlo.

Faremo formale esposto alla Procura e agli organismi preposti al controllo, ma è l’intero sistema che deve ribellarsi.

Lo abbiamo già detto: in una Regione dove l’eccellenza del sistema di relazioni e della qualità delle produzioni ha permesso di “sopportare” una crisi senza precedenti, dove contestualmente in tutta la sua virulenza è stata resa evidente, con l’inchiesta Aemilia, l’infiltrazione della malavita organizzata e della mafia nel sistema economico e produttivo, non sono più accettabili e sopportabili soggetti che “investono” sulla mancata applicazione dei contratti, sulla mancata applicazione delle leggi per competere sul mercato, accompagnando queste scelte anche con le minacce ai lavoratori.

Noi proseguiremo sulla nostra strada nel richiedere il rispetto dei contratti e delle leggi, degli accordi sottoscritti davanti al Prefetto e alle istituzioni locali, del Patto per il lavoro, e di condividere un piano di rilancio e sviluppo del distretto carni modenese dove il buon lavoro ed il buon prodotto siano il volano su cui operare.

Ma è l’intero sistema che deve alzare al testa, anche da parte delle istituzioni e della politica, superare la logica di lobby, rilanciare l’idea di distretto e di qualificazione del prodotto e del lavoro, isolando e perseguendo chi “butta a mare” il buon lavoro, il buon prodotto, l’integrazione, il patrimonio economico, istituzionale e sociale del territorio, con comportamenti illegittimi.

I comportamenti di imprese come la Castelfrigo stanno facendo concorrenza sleale alle imprese che vogliono comportarsi correttamente a Modena, come in tutto il territorio italiano.

Stiamo attivando incontri con tutte le istituzioni competenti, dal Comune di Castelnuovo Rangone, fino al Ministero, passando per la Regione Emilia Romagna.

Purtroppo la Castelfrigo non è un caso isolato, è solamente quello piú degenerato! Chiederemo a tutte le istituzioni e forze politiche di interessarsi della situazione, la quale sta compromettendo una delle filiere più strategiche per l’economia italiana.

Ieri si è tenuto l’incontro, presso la sala consigliare di Castelnuovo Rangone, tra la CGIL le categorie FILT (trasporti) FLAI (Alimentaristi) e una nutrita delegazione di lavoratori delle Cooperative operanti dentro Castelfrigo, il Sindaco Carlo Bruzzi e la Giunta comunale.

Nell’incontro il sindacato ha informato l’istituzione della difficile situazione dei lavoratori che operano nelle cooperative all’interno della Castelfrigo e delle ragioni degli scioperi della scorsa settimana, nonchè dell’inadempienza della cooperativa Work Services, la quale, nonostante l’impegno assunto in sede Prefettizia (ossia la sospensione del licenziamento dei due delegati sindacali), ad oggi non ha ancora fatto pervenire la ratifica dell’impegno stesso.

Il sindaco si è associato alla richiesta sindacale di vedere rapidamente la sottoscrizione dell’impegno alla sospensione.

Si è altresì impegnato a sostenere l’obiettivo di ripristinare le condizioni utili a sostenere la crescita e lo sviluppo del “distretto delle carni”, partendo dal presupposto che le regole, i contratti, e soprattutto la dignità dei lavoratori non sono e non devono essere messe in discussione.

La CGIL e le categorie auspicano che anche attraverso l’impegno istituzionale si raggiunga tale obiettivo.

Nel contempo – concludono Cgil Modena e Cgil Emilia Romagna – mentre proseguirà il nostro confronto ai vari livelli istituzionali, avvieremo nei prossimi giorni una raccolta fondi di solidarietà per sostenere i delegati sospesi dal lavoro”.

 

 

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